Prosegue il mio percorso di ricerca e studio sul ruolo della formazione nel fenomeno e-religion! Da questo Blog, attraverso parole, immagini e video, posterò le mie news...e altro!
MEDIA EDUCATION ED EMPOWERMENT NELLA SCUOLA ITALIANA: LA SFIDA EDUCATIVA PER IL BENE COMUNE
Guardando al rapporto giovani/media emerge un profilo fragile dai contorni liquidi e mutevoli, che sembra rifuggire velocemente da definizioni troppo rigide e poco declinabili nella realtà attuale: da una parte, sembra essere caratterizzato da un’esuberanza comunicativa e, dall’altra, da un’afonia cronica negli altri tradizionali scomparti dell’esistenza, tra forme estreme di consumi, isolamento online e narcisismi tecnologici. La sfida «dal basso» proposta dalla Media Education può aiutarci a capire il mondo dei nativi digitali.
Considerato l’alto tasso di esposizione mediatica al quale sono sottoposte le nuove generazioni, sembra quasi scontato pensare alla scuola italiana come un’agenzia di socializzazione capace di formare e trasmettere loro, concretamente, un approccio tecnico-culturale e un’alfabetizzazione integrale ai media: ma così non è. Rispetto ad altri paesi europei, come l’Inghilterra, la Germania e la Francia, la Media Education(ME)rimane una materia «mimetizzata» nel curriculum scolastico nazionale ‒ presente solo grazie all’abilità e alla buona volontà di insegnanti qualificati e media educator ‒ il che non permette ai nostri ragazzi di salire sul «treno» della società della conoscenza con la stessa maturità e adeguata esperienza dei propri coetanei all’estero. Chi li prepara a un uso cosciente e consapevole dei nuovi strumenti della comunicazione? Pensiamo davvero che un’auto-formazione possa bastare a istruirli e a tutelarli? Sappiamo anche che i ragazzi sono abituati a utilizzare questi strumenti in maniera istintiva e multitasking, mescolando il tempo dedicato allo svago e quello dedicato allo studio. Quante volte ci siamo chiesti: come fanno a studiare con la televisione accesa, l’i-pod nelle orecchie, una mano sul telefonino e un occhio su Facebook? Fino a quando si lascerà crescere i giovani come «autodidatti mediali», questi strumenti continueranno ad appartenere esclusivamente alla sfera ludica del loro vissuto e, dunque, associati per lo più a questo scopo, con una pesante ricaduta sul tempo dedicato alla costruzione del proprio sé. Il riflesso di questo preoccupante «freno a mano all’empowerment» emerge con forza negli ultimi dati del Censis basati sul rapporto della Commissione Europea ‒ Eurobarometro 2011 ‒ che ci raccontano di un «rattrappimento nel presente» in cui la società italiana e le sue istituzioni sembrano vivere, avvitate su se stesse, al di fuori della propria storia e, altresì, senza un concreto progetto a lungo termine sul proprio futuro: insomma, si vive alla giornata cercando inutili scappatoie in logori populismi e familismi amorali lontani anni luce dalla ricerca del bene comune. La scuola, «sotto assedio» da parte di istituzioni negligenti e alunni arrabbiati e disorientati, sembra perdere inesorabilmente il proprio carisma diventando, per lo più, un luogo di trincea che il 50% dei suoi ragazzi ritiene un «investimento inutile» e dove gli insegnanti stessi si percepiscono come «attori di uno spettacolo che non interessa più nessuno». Devono far riflettere anche le proteste di questi giorni. Migliaia gli studenti italiani tornano a manifestare, facendo rete in novanta città, per gridare la loro «indignazione» contro il governo, contro il ministero dell’istruzione che non li tutela, né li rappresenta. I nostri giovani sfilano nelle piazze con una nuova bandiera, il «testamento ideologico» di Steve Jobs: stay hungry, stay foolish! Chi li ascolterà?
Gli scontri di piazza S. Giovanni, avvenuti lo scorso 15 ottobre ci ricordano che il sonno della ragione genera sempre mostri. E’ un problema di linguaggi, di strumenti, di formazione continua e di ricerca, o più semplicemente di un assurdo ritardo legislativo? La sfida educativa dal basso, proposta dall’educazione ai media, può dare forza ai «precari della cultura» e fiaccare, goccia dopo goccia, l’industria culturale e i suoi simboli a buon mercato? Solo un patto di responsabilità condivisa fra famiglia, scuola e istituzioni permetterà ai nostri figli nativi digitali di rispecchiarsi nella scuola, e approcciare a un uso corretto e formativo delle nuove tecnologie: proprio perché educati ai media e con i media. Obiettivo primario della ME è proprio canalizzare questo incontro e favorirlo attraverso le cosiddette buone pratiche e la costruzione di una media literacy. Proteggere, informare, sensibilizzare ed emancipare sono gli orientamenti fondamentali di questa disciplina e, al contempo, le parole chiave di un discorso completo sul suo ruolo nella scuola che risponda alla fatidica domanda: perché la Media Education? Forse perché i media rappresentano «un’industria delle coscienze» e una «fabbrica delle notizie», oppure perché esiste uno «stretto rapporto fra media e processi democratici», oppure perché stiamo vivendo la privatizzazione dei media e la «mediamorfosi» o, a maggior ragione, per il rapporto nodale fra giovani, futuro e comunicazione mediata nella società della conoscenza?
La Chiesa attraverso i propri mezzi di comunicazione sociale sta promuovendo, concretamente, una presa di coscienza sulla necessità di educare ai media con competenza per generare competenze. La stessa ME, accreditata dal MIUR per la formazione, nasce in Italia proprio grazie alla vocazione salesiana del suo fondatore e all’impegno dei pionieri dell’associazione MED (Associazione italiana per l’educazione ai Media e alla Comunicazione), professionisti di buonavolontà. Sono passati circa vent’anni, sia da quella data, che dall’ingresso ufficiale della Chiesa nella rete, attraverso l’apertura del suo primo sito internet. Un passo importante, compiuto grazie all’intuizione e alla sensibilità di Giovanni Paolo II, ricordato come il Papa mediatico e il Papa dei gesti per la portata simbolica del suo pontificato e per il suo rapporto unico con i mezzi di comunicazione. Era il 19 marzo 1990 quando, visitando gli stabilimenti della Olivetti di Ivrea, commentava con meraviglia: «Capisco cosa vuol dire la parola computer, ma non so bene quale realtà vi sia dietro».In quest’arco di tempo, la Chiesa ha dimostrato di accogliere attivamente sia i nuovi strumenti della comunicazione che gli ambienti ad essi relativi, grazie alla promozione di molteplici progetti e convegni rivolti ad un dibattito completo sul linguaggio digitale, percependone la valenza formativa per le nuove generazioni. Il Direttorio Comunicazione e Missione del 2004 e il recente documento Educare alla vita buona del Vangelo riportano a tema l’urgenza di un progetto culturale per la comunicazione nella cultura digitale. La Chiesa come «comunità educante» può rispondere, pertanto, con due importanti parole chiave: competenze mediali e sguardo critico. Perché educare ai media nella scuola cattolica? Risponde Don Roberto Giannatelli presidente onorario e fondatore del movimento per la Media Education in Italia: «Se hai una casa in riva al mare e ti nasce un figlio, non erigere un muro di fronte ma insegnagli a nuotare».
La scuola cattolica ha tutte le carte in regola per promuovere a favore delle giovani generazioni un curriculum scolastico che comprenda a pieno titolo un’educazione ai media, proponendo iniziative e buone pratiche capaci di rompere il muro del silenzio ostinato dei policy makers e, al contempo, di prendere per mano la scuola pubblica verso un graduale, quanto necessario, avvio verso la Media Education per il bene comune della società e delle nuove generazioni. La strada è sicuramente lunga e in salita, allora, considerato il capitale sociale a disposizione, perché non partire proprio dall’ora di religione? Molti già lo fanno: uniamo le forze.
L'educazione ai media è definita come la capacità di consultare, comprendere,
valutare criticamente i media e crearvi contenuti.
Indispensabile allo sviluppo di una cittadinanza piena e attiva, essa offre
ai cittadini europei la possibilità di cogliere più pienamente la dimensione
culturale ed economica di tutti i tipi di media connessi alla tecnologia
digitale (televisione, cinema, video, siti web, radio, videogiochi e comunità
virtuali).
Un livello elevato di educazione ai media può contribuire alla realizzazione
degli obiettivi di Lisbona favorendo l'emergere di un'economia
della conoscenza e stimolando la competitività nei settori delle tecnologie
dell'informazione e della comunicazione (TIC) e dei media.
L'educazione ai media può imprimere nuovo slancio alla politica
audiovisiva europea. Il rapporto della Commissione sull'attuazione
della nuova direttiva " Servizi di
media audiovisivi " renderà conto segnatamente dei livelli di educazione ai
media in tutti gli Stati membri fino al 2011. La direttiva in questione riguarda
anche il programma di sostegno MEDIA
2007, prestando particolare attenzione all'accesso alle opere audiovisive e
alla promozione del patrimonio audiovisivo europeo. Come rendere efficace l'educazione ai media?
La Commissione prospetta l'educazione ai media in tre settori:
contenuto online;
comunicazione commerciale;
opere audiovisive.
Un'educazione efficace ai media permetterà agli utenti di valutare
criticamente il contenuto online. La Commissione auspica, ad esempio,
di vedere sviluppata un'impostazione critica alla pubblicità piuttosto che
vietare certe pratiche.
L'educazione ai media dovrà incoraggiare, in generale, l' accessibilità
on-line così da permettere alle persone disabili, sfavorite o discriminate a
motivo del sesso, dell'origine etnica, dell'età, della religione o
dell'orientamento sessuale di beneficiare dei vantaggi offerti dall'evoluzione
della società dell'informazione.
Per quanto riguarda le opere audiovisive, l'educazione ai media consiste
nell'opera di sensibilizzazione al patrimonio cinematografico europeo e nel
sostenere la creatività a livello audiovisivo.
La presente comunicazione si basa sulle conclusioni della vasta consultazione
pubblica avviata nell'ottobre 2006 [EN] (pdf ), che mettono l'accento sulla diffusione delle buone pratiche locali e
nazionali nel settore dell'educazione ai media.
Considerato l'insieme di queste priorità, gli Stati membri sono invitati
a:
incoraggiare le autorità nazionali responsabili della regolamentazione
dell'audiovisivo e delle comunicazioni elettroniche a partecipare maggiormente
alle iniziative di educazione ai media;
provvedere alla regolare verifica a posteriori delle iniziative di
educazione ai media definendo nuovi criteri valutativi;
elaborare codici di condotta o quadri normativi che coinvolgano l'insieme
delle parti interessate, ossia le autorità di regolamentazione a livello
nazionale, le associazioni di consumatori, i fornitori e i produttori di
contenuti, le imprese del settore dei media, l'insegnamento e gli enti culturali
e di ricerca.
Contesto
La raccomandazione ( (ES) (DE) (EN) (FR))
relativa alla protezione dei minori e della dignità umana e al diritto di
replica relativamente alla competitività dell'industria europea dei servizi
audiovisivi e di informazione in linea sottolinea l'importanza dell'educazione
ai media.
Le iniziative previste per l'educazione ai media si situeranno nel quadro
dell' Anno europeo del
dialogo interculturale.
La protesta degli indignati italiani bloccata dalla violenza...
...Adesso è rimasta una scritta nerasopra il muro davanti casa mia,dice che il movimento vincerà il gran capo ha la faccia serenala cravatta intonata alla camicia. Ma il bambino nel cortile si è fermatosi è stancato di seguire gli aquiloni, si è seduto tra i ricordi vicini, i rumori lontani, guarda il muro e si guarda le mani...
Una giornata intera per raccontare, e costruire insieme, la scuola nuova.
Quella che fa innovazione grazie alle idee e al lavoro di insegnanti, dirigenti,
studenti. Ci ritroviamo venerdì 14 ottobre a Firenze per il secondo convegno di
Education 2.0, “Competenze e ambienti di apprendimento. Gli strumenti didattici,
l’aula, il laboratorio, il territorio, il web”. Ecco il programma.
Dopo la prima call e l’invito alle iscrizioni per gli uditori ecco i
nuovi dettagli sul secondo convegno di Education 2.0. Ne approfittiamo per
ricapitolare tutte le informazioni essenziali.
LUOGO Firenze, nel
centralissimo Istituto degli Innocenti, in piazza della Santissima Annunziata
12.
DATA venerdì 14 ottobre 2011, dalle 10.30 alle
18.00
PROGRAMMA 9.30-10.30 Registrazione dei
partecipanti 10.30-11.00 Apertura di Luigi Berlinguer, direttore scientifico
di Education 2.0 11.00-13.30 Le scuole presentano i loro progetti (quattro
sessioni parallele) 13.30-14.30 Pausa pranzo con catering 14.30-18.00 Le
scuole presentano i loro progetti (quattro sessioni parallele) (10.30-18.00,
allestimento di dieci poster di esperienze di innovazione didattica nel chiostro
dell’Istituto)
SESSIONI Quattro sessioni tematiche su altrettante sale
dedicate alle innovazioni 1) nella didattica digitale, 2) negli spazi di
apprendimento, 3) nei curricoli e 4) nei rapporti tra territorio e
scuola.
FORMAT E OSPITI Gli insegnanti e le scuole racconteranno le
loro esperienze di innovazione educativa e ne discuteranno con esperti e
politici: Luigi Berlinguer, Giovanni Biondi, Norberto Bottani, Franco De Anna,
Giovanni Di Fede, Rosa Maria Di Giorgi, Fiorella Farinelli, Mario Fierli,
Vittoria Gallina, Linda Giannini, Antonio Giunta La Spada, Alessandra Maggi,
Walter Moro, Carlo Nati, Michele Pellerey, Maurizio Piscitelli, Marco
Rossi-Doria, Silvano Tagliagambe, Stella Targetti, Guglielmo Trentin.
Safer
Internet Day: il 27% dei minori che usa internet si dà appuntamento con
qualcuno conosciuto in rete, il 17% ha rapporti intimi con qualcuno contattato
online e il 13% invia foto o immagini di se' nudo
Anche
quest’anno i risultati della ricerca su “Sessualità e Internet: i comportamenti
dei teenager italiani ” alla vigilia della Giornata dedicata dalla Commissione
Europea all’uso sicuro e responsabile delle nuove tecnologie fra i giovani. L’
evento di guerrilla theatre “slip volley” promosso da Save the Children e
Adiconsum a Roma
Via i
giornalini porno di antica memoria o i consigli dei fratelli più grandi e delle
amiche. La rete ormai è il luogo dove scoprono, esprimono, esibiscono,
raccontano e anche sperimentano la propria sessualità, con pochi pudori e molta
libertà, i pre-adolescenti e gli adolescenti italiani.
Perché -
come emerge dalla ricerca di Save the Children “Sessualità e Internet: i
comportamenti dei teenager italiani” realizzata anche quest’anno da Ipsos - il
34% degli intervistati, dunque 1 ragazzo su 3, dichiara di aver ricevuto
messaggi con riferimenti al sesso mentre è tra i 14 e i 15 anni che la maggior
parte dei nostri adolescenti maschi e femmine - il 54% del campione - diventano
“attivi” inviando il loro primo messaggio hard, invio che non imbarazza ma anzi
vede in azione anche il 36% degli intervistati fra i 10 e i 14 anni.
Secondo la
ricerca poi il 32% di teen ager dà il suo numero di cellulare a qualcuno
conosciuto online, il 27% si dà appuntamento di persona con qualcuno contattato
in internet, il 19% riceve video-immagini di persone conosciute solo in rete
seminude/nude, il 17% ha rapporti intimi con persone contattate via web, il 13%
invia video/immagini di sé seminudo/nudo. Percentuali che cambiano e salgono
con il salire dell’età: per esempio fra i 12 e i 13enni è il 10,5% a darsi
appuntamento con una persona incontrata in rete a fronte del 31% fra i 16 e i
17 anni; ha rapporti intimi off line a seguito di una conoscenza online il 6,5%
dei nostri pre-adolescenti a fronte del 19% dei 16-17enni. E una quota non
banale di ragazzini/e di dodici-tredici anni, il 6,5% del campione, invia video
e immagini di sé nudi a fronte del 16% dei 16enni-17enni.
“Questi
dati dicono in modo eloquente come i ragazzi e le ragazze utilizzino la rete
per esprimere e sperimentare a 360° la loro sessualità. Non solo si espongono
alla visione di immagini, foto, messaggi a sfondo sessuale ma espongono loro
stessi, in prima persona, fino ad arrivare al contatto off line cioè
all’incontro intimo vero e proprio con persone conosciute via web”, commenta
Valerio Neri Direttore Generale Save the Children Italia.
Non a caso
il messaggio di quest’anno del Safer Internet Day (l’8 febbario, ndr), la
giornata istituita dalla Commissione Europea per un uso sicuro e responsabile
delle nuove tecnologie, si riassume nello slogan è più di un gioco, è la tua
vita.
“E’
fondamentale che i ragazzi e le ragazze capiscano che non esistono mondi
virtuali perché quello che si fa su Internet o con il cellulare ha un impatto
diretto e concreto sulle loro vite, quindi ogni azione deve essere ponderata e
valutata nelle sue possibili conseguenze positive o negative perché stiamo
tirando in ballo la nostra vita, i nostri sentimenti, la nostra sfera più
personale e intima”, spiega Neri.
“Ogni
contenuto che noi postiamo online, lo rendiamo accessibile a tutti,” fa eco
Pietro Giordano, Segretario Nazionale di Adiconsum. “La vita che i ragazzi
giocano in internet è reale. Vogliamo rilanciare, con questa giornata, l’appello
a fare attenzione e acquisire maggiore consapevolezza di quelli che sono gli
strumenti di tutela che ci sono messi a disposizione”.
Save the
Children e Adiconsum sono i referenti italiani per il Programma Safer Internet
della Commissione Europea .
Triveneto e
Campania sono le regioni in cui più ragazzi dichiarano comportamenti hard e
rischiosi, secondo la ricerca di Save the Children. Se infatti per la ricezione
di messaggi a contenuto sessuale si impone il Triveneto con il 43% dei ragazzi
e ragazze che dichiarano di riceverne, è poi la Campania insieme al Sud Italia
ad emergere con rispettivamente il 38% e il 35% dei ragazzi che dichiara di
essersi dato appuntamento con qualcuno conosciuto in Internet, il 23% e il 20%
che ammette di avere avuto rapporti intimi con persone contattate in rete, il
22% di aver inviato video/immagini di sé seminudo o nudo.
Per quanto
riguarda invece l’invio di messaggi a contenuto sessuale e lo scambio di
immagini provocanti via internet, si segnalano il Lazio con il 65% di ragazzini
e ragazzine che dicono di averlo fatto la prima volta fra 10 e 14 anni e il
Nord Ovest (Piemonte, Liguria, Val d’Aosta) con il 59% dei ragazzi e ragazze
che ammette di averlo fatto per la prima volta fra i 15 e i 17 anni.
Nel 43% dei
casi sono gli amici e i fidanzati i destinatari dei messaggi hard ma per il 12%
degli intervistati sono degli sconosciuti.
Quanto poi
al perché una ragazza o un ragazza inviano o pubblicano in Internet messaggi,
immagini o video di se stessi con riferimenti sessuali o in atteggiamenti
provocanti, gli intervistati indicano come motivazione prevalente nei propri
coetanei il farsi notare da qualcuno o il sentirsi sexy (rispettivamente danno
queste ragioni il 55% e il 43% di intervistati con riferimento alle ragazze, il
52% e il 27% degli intervistati con riferimento ai ragazzi). Non mancano però
anche motivazioni più utilitaristiche: secondo il 29% le ragazze o i ragazzi
fanno tutto ciò per ricevere regali/ricompense/ricariche.
“L’indagine
di Save the Children svela le emozioni e le motivazioni che sono dietro ai
comportamenti degli adolescenti e pre-adolescenti in rete”, prosegue Valerio
Neri. “Tra le principali ragioni alla base del loro intenso scambio di
materiali a sfondo sessuale mettono in testa il divertimento (per il 44% degli
intervistati) o riuscire a vincere la propria timidezza (40%) e più in generale
la voglia e il bisogno di esibizione e di mostrarsi competenti in materia
sessuale”.
Tuttavia la
ricerca apre anche ulteriori prospettive: alla domanda se parlano di tutto ciò
che fanno, vedono, scambiamo o trovano in Internet, il 46% degli intervistati
dice di sì, di parlare di questi argomenti. L’86% lo fa con i propri amici ma
anche con adulti di riferimento (genitori, parenti, insegnanti). Inoltre gli
adulti – in particolare i genitori – vengono indicati tra coloro che l’80% dei
ragazzi intervistati ha tra i propri contatti sui social network.
“Si tratta
di indicazioni rilevanti perché ci dicono che c’è uno spazio di dialogo fra genitori
e figli e tra i ragazzi e il mondo adulto nel suo complesso”, sottolinea ancora
il Direttore Generale Save the Children Italia.
“D’altra
parte se come dimostra questa ricerca è ormai evidente che la sessualità dei
ragazzi si esprime e si esperimenta sempre di più attraverso le nuove
tecnologie, il rischio è che ciò avvenga in modo improprio, dove le emozioni
sono sempre più sganciate dalla fisicità e dove la sessualità è solo sesso,
sperimentato con modalità e tempi inadeguati, agito, ad esempio, in età precoce
o con adulti. Quello che dunque va fatto è approfittare dello spazio aperto,
favorendo il dialogo fra minori e adulti anche e soprattutto sulla sessualità e
sui sentimenti, lavorando sulla vita emotiva dei ragazzi”.
L’evento di
guerrilla theatre “slip volley” a Roma
Save the
Children insieme ad Adiconsum opera da anni per promuovere un utilizzo
consapevole delle nuove tecnologie con attività nelle scuole attraverso le
"settimane di sensibilizzazione per la sicurezza in Internet". Nell’anno
scolastico 2009-2010 Save the Children e Adiconsum hanno incontrato più di 1300
studenti e centinaia di educatori tra insegnati, genitori e operatori del
settore in 7 regioni italiane. Quest’anno, per il Safer Internet Day, Save the
Children e Adiconsum hanno promosso a Roma il 5 febbraio una partita di slip
volley, un evento simbolico organizzato dai ragazzi attraverso la rete su
un'idea creativa di Smart;)Jokes. Per qualche minuto in piazza del Popolo si
sono visti volteggiare dei palloni fasciati da indumenti intimi multicolori,
metafora di come le informazioni e le immagini private, personali, anche molto
intime attraversano la rete passando di mano in mano con conseguenze non sempre
prevedibili. Infatti sulla rete da volley la scritta“I fatti tuoi attraversano
la rete?”. Al fischio di fine partita i ragazzi si sono fermati ed è apparso
uno striscione con la frase: “È più di un gioco. E la tua vita” (per
informazioni www.slipguerrilla.com). Guarda le foto dell'evento
La ricerca
completa è scaricabile sul sito www.savethechildren.it
Sono
disponibili immagini e foto anche sull’evento di slip volley a Roma
NOTE:
1 - La
ricerca è il risultato di 1272 interviste CAWI (Computer Assisted Web
Interviewing), effettuate presso adolescenti e pre-adolescenti dai 12 ai 19
anni di Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud Italia e Isole, tutti con accesso al
web. Il campione è stato intenzionalmente sbilanciato a favore dei ragazzi di
12-17 anni perché l’obiettivo dell’analisi era quello di fotografare il
fenomeno tra i minorenni.
2- Il
programma Safer Internet è il principale piano di intervento della Commissione
Europea in materia di nuovi media e tutela dei minori. Save the Children e
Adiconsum rappresentano lo snodo italiano del programma, nel quale si inserisce
EASY, la campagna di sensibilizzazione portata avanti da Save the Children e
Adiconsum che mira a diffondere nei più giovani, un utilizzo consapevole e
positivo dei nuovi media, attraverso, tra l’altro, attività nelle scuole, un
Ludobus attrezzato che gira l’Italia, attività di advocacy e un sito dedicato
(www.easy4.it).
REGISTRAZIONE DEI PARTECIPANTI >Galleria Spazio Eventi
ore 10,00
CONVEGNO INAUGURALE
>Sala Newton
Saluti istituzionali:
Vittorio Silvestrini, Presidente di Città della Scienza
Annamaria Palmieri, Assessore
alla Scuola e all'Istruzione del Comune di Napoli
Gennaro Ferrara, Vicepresidente della Provincia di Napoli
Diego Bouché, Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Campania
Caterina Miraglia, Assessore all'Istruzione della Regione Campania
A seguire:
Viaggio nell'Energia
Conversazione con Folco Quilici, documentarista e scrittore Nell'occasione saranno presentati i video sull'Energia realizzati da Folco Quilici per Eni.
ore 12,30 INAUGURAZIONE DEGLI SPAZI ESPOSITIVI E MOSTRA "LA PAROLA ALLE SCUOLE">Science Centre
EVENTI A CURA DEGLI ESPOSITORI
>Sala Modotti Tecnologie per l’innovazione
Laboratori dimostrativi per i docenti A cura di Elettronica Veneta >Conclusione ore 17,00
ore 13,00
BREAK
ore 14,00-15,20 CONFERENZE E SEMINARI>Sala Saffo Dimmi come insegni e ti dirò chi sei
Una indagine e sei identikit per affrontare una specie in estinzione: lo studente Ideato e condotto da:
Flavia Santoianni, Professore di Pedagogia generale - Università Federico II di Napoli
>Sala Averroè A scuola di Ambiente Riflessioni e proposte sulla
sostenibilità ambientale Introduce: Luigi Amodio,
Direttore generale Città della Scienza Interventi: Carlo Montalbetti,
Direttore generale COMIECO Michele Buonomo, Presidente
Legambiente Campania Giovanni La Magna, Assistente
regionale WWF Campania Aldo Savarese, Responsabile SABOX
Eco Friendly Company Concetta Mattia, Responsabile
progetto Rifiuti Zero Generoso Baio, Presidente Patto dell'Agro S.p.A. - Agenzia
locale di sviluppo della Valle di Sarno Modera: Ugo Leone, Presidente del
Parco Nazionale del Vesuvio
LA PAROLA ALLE SCUOLE >Sala Ippocrate Sessione HCl Interventi: Arte, Architettura e Design del Paesaggio Antonia Maria Guarnieri, L.A. "G.de
Nittis", Bari La scienza su tela: Galleria d'Arte Giuseppa Fico, C.D. "G.
Pascoli", Grumo Nevano (Napoli) La Filastrocca della Vita Angela Lucchese, I.C. G. K.
Shkanderbeg, Faggiano (Taranto) Mare e terra a confronto Elisabetta Ricca, C.D., Sorrento
(Napoli)
>Sala Bach Sessione C6H12O6 Interventi: Il racconto della scienza - digital storytelling in classe Francesca Morgese, I.I.S. L. Einaudi,
Canosa di Puglia (Bari) e Liborio Dibattista, Università degli
Studi Aldo Moro di Bari "Novelli" promotori di valori Anna Campofreda, I.S.I.S.S. G.B.
Novelli, Marcianise (Caserta) La didattica complice Lucia Fasciglione, I.C. M. Polo,
Calvizzano (Napoli) La pagina che non c'era Isabella Buono, I.C. Via Giulia 25,
Roma e Diana Romagnoli, I.S. Pitagora, Pozzuoli (Na) EVENTI CLUB DEGLI INSEGNANTI DI CITTÀ DELLA SCIENZA >Science Centre Visita guidata alle
esposizioni scientifiche A cura di Città della Scienza - Gestione Aree
Espositive
>Science Centre Visita guidata alla
mostra "Bulli e Bulle" A cura di Città della Scienza - Progetti per
l'Infanzia, FAI-Fondo Ambiente Italiano e Seconda Università di Napoli
EVENTI A CURA DELLE ASSOCIAZIONI >Science Centre - Spazio Forum 150 anni di Scuola
italiana per l’Unità. Il ruolo dell’UCIIM A cura di UCIIM – Associazione Professionale Cattolica di
Insegnanti, Dirigenti e Formatori Interventi: Giovanni Villarossa, Presidente
nazionale UCIIM Rosaria Picozzi, Presidente
regionale UCIIM Campania Pasquale Marro, Addetto Ufficio
stampa UCIIM Modera: Antonio Galdiero, Consigliere
nazionale UCIIM
EVENTI A CURA DEGLI ESPOSITORI >Science Centre - Piazza della Sostenibilità I laboratori per i
docenti A cura di COMIECO Conduce: Generoso Parmegiani,
Designer
ore 15,40-17,00 CONFERENZE E SEMINARI >Sala Archimede Focus "Scuola,
Scienza e Tecnologia" - Il libro liquido: edizioni digitali per la scuola A cura della Direzione Generale per gli studi, la statistica
e i sistemi informativi - Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della
Ricerca Interventi: Azione Editoria Digitale Scolastica Emanuele Fidora, Direttore generale
MIUR - Direzione Generale per gli studi, la statistica e i sistemi informativi Editoria Scolastica: dall’analogico al digitale Giulio Quadrino, Staff MIUR -
Direzione Generale per gli studi, la statistica e i sistemi informativi,
Ufficio V MIUR e CONSIP per l’Editoria Digitale Scolastica Maria Antonietta Abbondanza,
Responsabile CONSIP
>Sala Averroé Gli studenti campani
vanno in Europa Un incontro con le scuole che hanno partecipato al progetto
per lo sviluppo delle competenze dei giovani nelle lingue straniere A cura dell'Autorità di gestione del POR Campania FSE
2007-2013 - Regione Campania LA PAROLA ALLE SCUOLE >Sala Ippocrate Sessione CaCO3 Interventi: La natura conosce la matematica Amalia Nappa, I.I.S. S. Pertini,
Campobasso Osserviamoci con i "numeri" Silvana Perrella, S.S. di 1° grado
"D. Alighieri", Caserta e Maria Letizia Vitale, ITS
"M. Buonarroti", Caserta Semi&alunni: un insolito binomio per indagini
statistiche Nadia Zamboni, I.C., Cogoleto
(Genova)
>Sala Bach Sessione NaCl Interventi: I colori ed i sapori della natura Valeria Di Stefano, 3° C.D., Chieti Bio?... è logico Gabriella Gugliotta, I.C. Socrate,
Marano di Napoli (Napoli) Gli alimenti in laboratorio Paola Pane, I.T.V. Emanuele II,
Napoli Mass media e stili di vita degli adolescenti europei:
"Catch me if you can!" Carolina Di Ferdinando, Istituto Liceale G.
Milli, Teramo EVENTI CLUB DEGLI INSEGNANTI DI CITTÀ DELLA SCIENZA >Science Centre Visita guidata alle
esposizioni scientifiche A cura di Città della Scienza - Gestione Aree
Espositive EVENTI A CURA DELLE ASSOCIAZIONI >Science Centre - Spazio Forum Le indicazioni
nazionali e le linee guida nelle Scuole Secondarie di II grado Riflessioni, con interventi dei Presidenti delle sezioni
Mathesis campane, su "cosa insegnare e apprendere di Matematica". A cura di MATHESIS - Società Italiana di Scienze Matematiche
e Fisiche Intervienti: Emilio Ambrisi, Presidente
nazionale Mathesis Salvatore Rao, Presidente sezione
Mathesis Napoli Elisa Savarese, Presidente sezione
Mathesis Castellammare di Stabia Mario Innocenzo Mandrone, Presidente sezione
Mathesis Benevento Ferdinando Casolaro, Segretario Nazionale Mathesis Michelangelo Di Stasio, docente di
Matematica e Fisica - L.S. di Piedimonte Mates
Dal sito del Dipartimento di Comunicazione della Texas A & M University, il programma del convegno
October 6, 2011
9 AM - 1 PM: Symposium on Digital Religion in 410 Rudder Tower
2:30 PM - 4 PM: Workshop on Researching Digital Culture in Glasscock Building 310
The embeddenness of the internet in our everyday lives increasingly influences our social, cultural and even religious perceptions and practices. From facilitating virtual pilgrimage and worship in cybertemples to religious blog and social networking that serve as alternative sources of information, the Internet provides new outlets for spiritual experience and meaning making in contemporary culture
The Digital Religion symposium explores how new media is shaping our understanding of religion in a networked society. Key interdisciplinary scholars from a forthcoming collection, Digital Religion: Understanding Religious Practice in New Media Worlds (Routledge 2012) will discuss the internet’s influences aspects of religious ritual, identity and authority online and how these are shaping perceptions about very nature of religion.
Symposium Schedule:
8:45
Coffee
9:15
Welcome and Introductions
9:30
Understanding Digital Religion (Heidi Campbell)
9:45
Approaching Ritual Online (Christopher Helland)
10:30
Framing Religious Identity through the Internet (Nabil Echchaibi)
11:15
Coffee
11:30
Negotiating Religious Authority Online (Pauline Hope Cheong)
12:15
Panel Discussion on Current Trends in Digital Religion
1:00
Lunch
Guest Speakers Include: Christopher Helland, Associate Professor of Sociology of Religion at Dalhousie University, will provide a survey of how religious rituals—especially in Christian, Buddhist and Hindu contexts--have been studied online and how meaning is negotiated by between online and offline sources in such acts.
Nabil Echchaibi, Assistant Professor of Mass Communication at University of Colorado-Boulder, will speak on the Islamizing of New Media and how Alt-Muslim.com in its attempt to function as an alternative to conventional authority and identity in Islam and in its claim to create a counterculture for Muslims around the world.
Pauline Cheong, Associate Professor of Communication at Arizona State University, will discuss how traditional religious authority is being both challenged and empowered through new media technologies, and what frameworks are needed to understand what constitutes a source of authority in a networked society.
Research Workshop: A workshop on “Studying Digital Culture” will also be held from 2:30-4pm in the Glasscock Center Library. This is open to students and faculty interested in learning about the ethical, theoretical and methodological challenges related to conducting research in various online environments. This even is also free, but reservations are requested. For more information or to make reservation please contact Heidi Campbell, Department of Communication, heidic@tamu.edu, 979-847-9474
Sponsored by the Interdisciplinary Program in Religious Studies; the Glasscock Center for Humanities Research; Department of Communication; the Initiative for Digital Humanities, Media and Culture; and the Race and Ethnic Studies Institute at Texas A&M University.